di: Paola Angelucci e PieroCecchin – ASPHI Bologna
L’esperienza di una scuola di Porretta Terme (BO) dimostra come la didattica con l’uso di tecnologie innovative, tra cui la LIM (Lavagna Interattiva Multimediale) può migliorare la partecipazione di tutti gli alunni, disabili compresi.
Nella scuola entrano strumenti nuovi. La LIM (Lavagna Interattiva Multimediale) e il materiale ad essa connesso (software, videoproiettore e document camera, una microcamera che può ”catturare” oggetti reali e inserirli nello schermo della lavagna) hanno cambiato, in positivo, il modo di fare lezione in una scuola primaria di Porretta Terme. Questo è potuto avvenire secondo un principio semplice: la LIM non si sostituisce all’insegnante, ma lo aiuta a potenziare il suo modo di fare lezione. Di fatto entra a scuola come uno strumento che inizialmente può essere utilizzato come una lavagna tradizionale, ma che da subito offre tante potenzialità in più, a vantaggio sia del modo di lavorare degli insegnanti e della loro creatività, sia di tutti gli alunni, disabili compresi. L’esperienza che raccontiamo in questo articolo è segnata da molto entusiasmo: sia da parte degli operatori ASPHI che, recandosi in loco a più riprese, hanno avviato e gestito il progetto; ma anche da parte degli insegnanti e dei genitori, subito “conquistati” dai risultati raggiunti. L’impegno di tutti ha permesso, come vedremo, di realizzare un progetto molto interessante.
La “scoperta” della LIM
Chiediamo dunque di raccontarci la sua esperienza ad Emanuele Dalla Verità, insegnante di area logico-scientifica nell’ambito della scuola primaria presso l’Istituto Comprensivo di Porretta Terme, che, insieme alla collega Claudia Vignali, insegnante di sostegno, più di altri si è impegnato in prima persona in questo progetto.
“Il tutto è nato quando, quattro anni fa, abbiamo aderito, come istituto, al progetto che ci presentava la Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna, che aveva proposto alle scuole di ottenere una LIM o, in alternativa, alcuni computer per allestire dei laboratori. Poiché la nostra scuola aveva già laboratori attrezzati, è stata scelta la LIM, un nuovo dispositivo tecnologico di cui avevamo solo sentito parlare vagamente. Abbiamo quindi ottenuto la nostra prima lavagna digitale e io ho seguito un corso per il suo utilizzo. Ci siamo subito resi conto che avere una sola LIM per tutta la scuola sarebbe stato un po’ limitativo. Si è scelto di non collocarla nell’aula di informatica, ma piuttosto in biblioteca, in quanto non doveva servire “per l’informatica”, ma per migliorare il modo di fare lezione in tutte le materie. Avendone una sola, le varie classi, a turno, potevano recarsi in biblioteca per assistere a delle dimostrazioni o per trovare informazioni su internet, ma questa modalità d’uso era solo un pallido esempio di quello che si sarebbe potuto fare con un’attività quotidiana nella didattica. Era dunque necessario portare la LIM nell’aula e questo è avvenuto circa un anno dopo, anche con il supporto di ASPHI”.
La lavagna digitale in classe
“Tramite l’Ufficio Scolastico Provinciale di Bologna – prosegue l’insegnante – abbiamo conosciuto gli esperti di ASPHI con cui è partito un progetto che è tuttora in corso, sull’uso delle LIM nella didattica e per l’integrazione di alunni con disabilità.
Le persone di ASPHI sono venute presso la nostra scuola per valutare le nostre esigenze e aiutarci a sviluppare il progetto. Per consentire l’avvio del progetto ASPHI ha messo a disposizione una LIM (una lavagna Smart “touch” che può essere agita direttamente con le dita della mano) e una document camera, da collocare in un’aula in cui fossero presenti anche alunni con disabilità. Ho seguito in prima persona questa iniziativa, con il pieno supporto della dirigente, delle colleghe e in stretta collaborazione con l’insegnante di sostegno. Per la collocazione della LIM e degli altri strumenti fu scelta una classe prima (una delle due che allora seguivo). Nella classe erano presenti un’alunna con disabilità motoria che, non potendo usare la penna, per scrivere utilizzava la tastiera di un computer ed inoltre un alunno caratterizzato da una forte iperattività, che gli impediva di seguire con profitto le lezioni.
Siamo stati allora supportati da ASPHI che ha fornito attività di consulenza presso la nostra scuola e ci ha offerto la possibilità di partecipare presso la loro sede di Bologna ad un corso di formazione sul tema “Aula digitale inclusiva con la LIM”.
Ben presto e senza grossi sforzi, ho iniziato ad utilizzare la LIM che, a questo punto, avevo in classe. Già dopo il primo mese si potevano osservare le differenze tra le due classi prime in cui insegnavo, una con la LIM e l’altra senza. C’era infatti un modo diverso di affrontare la lezione, sia da parte degli insegnanti (che erano gli stessi nelle due classi) che dei bambini: più attenzione, maggiore interesse e soprattutto risultati molto positivi con i due bambini con disabilità.
È sorta quindi in noi l’esigenza (e la volontà), supportati in pieno anche dalla nostra dirigenza scolastica, di porci l’obiettivo di dotare di una lavagna interattiva anche l’altra classe prima in cui insegnavo e a settembre è stata acquistata un’altra LIM, attraverso i fondi di un progetto “I Care”.
A quel punto il collegio dei docenti della scuola ha preso atto che l’introduzione di nuove LIM sarebbe stato un fatto positivo anche per le tutte le altre classi. Quindi, con l’aiuto dei genitori, sono state varate diverse iniziative (feste, raccolte di fondi, ecc.), con risultati lusinghieri. Con le attività dello scorso anno scolastico (2008-2009), siamo riusciti ad acquistare altre 7 LIM. Parallelamente, abbiamo progredito nella valorizzazione delle potenzialità di questi strumenti. Inoltre abbiamo assunto il ruolo di formatori per insegnanti di altre scuole, primarie e secondarie di primo grado, del circondario, che erano anch’esse interessate alla didattica con la LIM. Al momento abbiamo 8 LIM nella scuola primaria su 10 classi, una nella piccola scuola dell’infanzia (3 sezioni) e altre 3 LIM, grazie al piano del MIUR, nella secondaria di primo grado. Tutto ciò in aggiunta alla lavagna digitale di cui ho parlato inizialmente, che è sempre collocata in biblioteca e che ora viene utilizzata dalle classi che ancora non hanno la lavagna digitale in aula”.
Dal “vecchio” utilizzo alle nuove potenzialità
Ma come è avvenuto, in pratica, il passaggio alla LIM e come è cambiata la didattica grazie ad essa? “Secondo la mia esperienza, inizialmente – risponde l’insegnante – è importante che il punto di partenza sia il più semplice possibile: la LIM può essere utilizzata come una normale lavagna di classe, ma con tutte le potenzialità in più offerte dal digitale, come ad esempio la possibilità di salvare le pagine della lezione per poi riprenderla, corredare la spiegazione con immagini efficaci, o filmati… È, insomma, uno strumento in più a supporto della lezione ed è in questa veste che può essere presentata ai docenti. Bisogna puntare su un utilizzo della LIM nella didattica quotidiana, dal quale è inevitabile che emergano enormi potenzialità, compresa la possibilità di attingere al mare di risorse presenti su internet. C’è un vantaggio evidente, ad esempio, nella lezione di storia, o di scienze, o di lingue, nel poter far vedere immagini e video per catturare l’attenzione degli studenti e facilitare la comprensione dei contenuti; oltre alla possibilità di favorire un coinvolgimento più attivo degli alunni perché vengono utilizzati anche linguaggi a loro familiari. E pensiamo inoltre ai vantaggi per il lavoro dell’insegnante: prima della LIM, se dovevo preparare una lezione di storia, dovevo cercare a casa libri e materiale vario e poi portarli, farli girare tra i banchi….Ora su Internet impiego un attimo a trovare ciò che mi serve e a condividerlo con l’intera classe!
Anche in materie come la matematica, che io insegno, per la quale può sembrare meno evidente l’utilità della LIM, è invece vero il contrario. A parte l’ovvio discorso della geometria, con le immagini sia piane che tridimensionali che ora è possibile far vedere e ruotare nello spazio, pensiamo alla facilità con cui può essere spiegato il concetto di proprietà commutativa.
Con la LIM diventa tutto più intuitivo: prendo i 2 numeri e li cambio di posizione con un semplice tocco delle dita sulla superficie della lavagna, non c’è bisogno d’altro. Io poi uso la LIM anche per “i problemi”, partendo da situazioni reali. Ad esempio, in seconda, abbiamo fatto una serie di foto in esterno in cui i bambini potevano riconoscersi e su queste abbiamo costruito dei problemi reali da risolvere. Abbiamo anche filmato il pulmino scolastico che arrivava e da cui scendevano i bambini; poi abbiamo riportato il filmato sulla lavagna e ci abbiamo lavorato, contando quanti scendevano, quanti maschi e quante femmine, arrivando così ai concetti di addizioni e di insiemistica. Il problema della didattica di oggi è di renderla più vicina ai bambini, soprattutto in materie come la matematica, che possono sembrare troppo aride o astratte”.
Una tecnologia facile e per tutti
“Naturalmente – continua Dalla Verità – quando parlo di LIM, parlo del sistema completo di cui è dotata la nostra classe: lavagna, proiettore, computer, document camera. Quest’ultima serve a “catturare” oggetti reali (in formato immagine o video) per utilizzarli all’interno della lezione. Ad esempio con i bambini della scuola dell’infanzia, abbiamo acquisito sullo schermo l’immagine di un giochino che ogni bambino si era portato da casa e con questi abbiamo lavorato. Un altro utilizzo molto valido della document camera è la lettura di un libro: proiettare sulla LIM una pagina che i bambini devono leggere e seguire insieme la lettura, attira l’attenzione molto di più rispetto alla lettura individuale”.
Quali, in particolare, i vantaggi per i bambini con disabilità? “In primo luogo, quello della socializzazione: alla lavagna si può andare in più di uno e si può formare subito un gruppo in cui collaborare. Nel caso specifico della bambina con disabilità motoria che non avrebbe potuto impugnare correttamente una penna, è stato utile incoraggiarla a lavorare direttamente con la mano consentendole di stare alla pari con gli altri compagni, sia nel toccare direttamente le immagini e sia nell’uso del computer su cui è competente.
Anche il bimbo iperattivo, attratto da questo nuovo strumento, ha migliorato sensibilmente la sua capacità di attenzione. Abbiamo osservato miglioramenti nei bambini con disabilità in tutte le classi. A questo proposito, vorrei ricordare anche l’esperienza molto bella che stanno facendo con la LIM nella scuola dell’infanzia, dove per un bambino con grave pluridisabilità è stato impostato un percorso educativo, per l’acquisizione di alcune autonomie di base. Facendo leva sull’attenzione ai suoni che il bimbo dimostra, si cerca, nella logica della ricerca azione, di creare una associazione immagine – suono che possa essere vissuta in forma di gioco, prima su oggetti reali e poi su oggetti virtuali, utilizzando la LIM. Per questo caso è stato fondamentale l’apporto di ASPHI per la consulenza sull’uso delle tecnologie, per la formazione e il supporto costante (nella costruzione delle attività didattiche) agli insegnanti e ai tirocinanti. Naturalmente il tutto è stato fatto in accordo con la famiglia e i servizi del territorio che si occupano del bambino con difficoltà”.
Come proseguire
L’esperienza di questa scuola è stata talmente positiva che le idee sono chiare. “L’obiettivo principale per il futuro – spiega Dalla Verità – che speriamo di raggiungere entro il prossimo anno, è di dotare tutte le classi del nostro istituto scolastico di una LIM. Ora stiamo iniziando, sempre col supporto di ASPHI, a lavorare per consentire la partecipazione di bambini che in alcune situazioni non possono frequentare la scuola. In particolare stiamo lavorando, tra l’altro, per la documentazione di ciò che avviene in classe (registrazione audio video delle lezioni), che ci è stata utile perché abbiamo avuto un caso in cui un bambino è stato assente per una decina di giorni per problemi di salute. Per aiutarlo a mantenere un contatto con la classe, abbiamo installato sul suo portatile i programmi utili e gli abbiamo fatto avere l’intero file delle lezioni. L’esperienza è stata davvero positiva, perché al rientro del bambino abbiamo riscontrato che dal punto di vista dei contenuti era rimasto al passo con i compagni. Su questa nuova opportunità di lavoro è importante riflettere per comprendere meglio come migliorare la didattica, nel rispetto delle esigenze di tutti gli alunni.
In conclusione, volendo dare una valutazione di questa esperienza, che io ritengo davvero positiva, vorrei ricordare che, se è vero che la LIM richiede una formazione attenta e specifica, è però anche uno strumento davvero utilizzabile da tutti perché, oltre agli innumerevoli esempi di attività didattiche, ha già, in dotazione, tutta una serie di funzioni, di proposte di lavoro, di oggetti animati che interagiscono con i bambini e che possono essere riadattati, rendono molto più interessanti le ”solite” lezioni.
Naturalmente la LIM rimane uno strumento informatico interattivo. Il docente ancora più di prima è il regista della didattica, è lui che decide, gestisce e sceglie cosa fare con questi strumenti e come usarli. Personalmente penso che la competenza e la fantasia dei docenti vengano potenziate grazie all’uso di questi strumenti interattivi.
Per quanto riguarda la mia esperienza, vorrei concludere sottolineando non solo il mio coinvolgimento, quello della scuola tutta e degli esperti ASPHI, ma anche dei genitori che ci hanno sempre supportato e che hanno capito subito le potenzialità di questo strumento e la ricaduta positiva che poteva esserci sui loro figli”.
Per informazioni sul progetto: pangelucci@asphi.it
http://www.asphi.it/ASPHInforma/N.40/p05_Lim.html
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