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Percorso per la primaria: Storie…di gusto!

“Storia dell’uomo, storie di cibo” è uno dei filoni proposti da EXPO Scuola 2015 per lavorare in classe. Ecco un percorso da realizzare con gli alunni del primo biennio di scuola primaria su questo tema.

Da %22Noi e il cibo%22, Giunti

La storia ha un grande valore formativo, perché pone le basi per “orientarsi nel tempo” e mira all’acquisizione, da parte dell’alunno, di una propria dimensione temporale che si colloca in relazione a quella della propria famiglia e del proprio ambiente.

Parlare di una “storia del proprio gusto” può consentire all’alunno di riflettere su se stesso, in una sorta di primo approccio metacognitivo e autobiografico.

Costruiamo la linea del tempo del gusto

  • Dopo aver analizzato la propria percezione dei gusti e aver svolto una serie di degustazioni, il bambino può sistemare sulla sua linea del tempo personale i ricordi relativi al gusto. Per l’analisi dei gusti si può far riferimento al laboratorio I sensi e il cibo nel libro Noi e il cibo, e sempre in questo progetto si può vedere, per l’organizzazione delle degustazioni, il capitolo La degustazione.
  • Possiamo guidare gli alunni con alcune domande: Ci sono cibi che da piccolo non mangiavi? Ricordi quali? Perché? Ricordi se c’è qualche alimento che una volta non ti piaceva e che ora apprezzi? Riesci a ricordare, più o meno, quando hai iniziato a mangiare alcuni alimenti?
  • Il confronto tra le diverse linee del tempo e la conoscenza data dalle degustazioni e dalle definizioni dei vari sapori, può portare all’analisi del tipo di sapore dominante nelle diverse fasi di crescita del bambino.

Intervistiamo i genitori

  • Premettendo che occorre essere molto attenti alle situazioni familiari presenti in classe (non si chiederà nulla dello svezzamento, ad esempio, se in classe ci sono bambini adottati), si può chiedere ai bambini di intervistare i genitori sulla propria storia alimentare: Per quanto tempo sono stato allattato? A che età sono stato svezzato? Quali erano i cibi che preferivo da piccolo? Quali detestavo? Raccontami qualche episodio della mia infanzia legato al cibo….
  • Spesso le foto di famiglia, i disegni della scuola dell’infanzia, il diario della mamma, possono darci indizi interessanti sulla storia della nostra alimentazione. Possiamo chiedere agli alunni, se vogliono, di portarle in classe.

Confrontiamo le abitudini

Nel caso di classi multiculturali, è interessante confrontare le diverse abitudini: in tutte le culture si allatta? Per quanto tempo? A che età i bambini passano ad altri cibi? Qual è l’alimento preferito dei bambini cresciuti in diversi paesi?
I genitori possono essere coinvolti per una serie di presentazioni alla classe su questi argomenti o in un laboratorio collettivo, in cui ogni gruppo misto (di adulti e bambini) costruisce un pannello informativo sull’allattamento, lo svezzamento e i piatti tipici dell’infanzia dei diversi paesi.

Obiettivi, conoscenze e competenze

Il percorso consente di individuare obiettivi formativi, conoscenze e competenze specifiche.

Obiettivi formativi

  • Ricostruire in successione fatti ed eventi della storia personale negli aspetti legati all’alimentazione e al gusto.
  • Comprendere l’importanza delle fonti (interviste, documenti scritti, fonti iconografiche) per la ricostruzione storica.
  • Cogliere i cambiamenti del proprio gusto nel tempo.

Conoscenze

  • Misurazione del tempo.
  • Concetti di contemporaneità, di sviluppo nel tempo e durata.
  • Collocare nello spazio gli eventi.
  • Confrontare i fatti e comprendere le relazioni di causa-effetto.

Competenze

  • L’alunno sa confrontare i dati ricavati da diverse fonti storiche.
  • L’alunno sa ricostruire il proprio passato con l’ausilio di fonti.
  • L’alunno sa cogliere le trasformazioni che sono avvenute in se stesso dovute al trascorrere del tempo.

 Per saperne di più

 

da giuntiscuola.it

Percorso per la primaria: cibo sostenibile ed equo mondo

“Cibo sostenibile=Mondo equo” è uno dei filoni proposti da EXPO Scuola 2015 per lavorare in classe. Ecco una serie di percorsi da realizzare con gli alunni del triennio e del biennio di Scuola primaria su questo tema.

Cibo equo e Mondo solidale

“Equo” e “sostenibile” sono le due parole attorno alle quali si snoderanno i percorsi di educazione alimentare che vi propongo.

La prima parola ci porta all’interno del rapporto tra uomo e ambiente, ci suggerisce una riflessione sulla salute sia dell’uomo che della Terra. La seconda invita ad aprire lo sguardo sulla dimensione globale, sulle infinite reti che collegano chi produce, chi acquista e chi consuma, in un’ottica etica e antropologica.

L’idea di questo contributo è di fornire degli strumenti per pensare e realizzare un percorso laboratoriale finalizzato all’elaborazione di un prodotto, come richiesto dai bandi di concorso emessi da Expo 2015.

Per costruire un laboratorio insieme e per i bambini di cui ci occupiamo, è di fondamentale importanza dedicare del tempo ad una progettazione (e successiva programmazione) precisa ma sufficientemente flessibile per accogliere i materiali che emergeranno nel corso del lavoro.

La durata complessiva del progetto che vi invito a sperimentare è di 2-3 mesi, e si articola in varie fasi.

Prima fase: Lancio del tema

Tempi: 1-2 incontri/giornate (a seconda della disponibilità di tempo)

Possiamo proporre:

  • giochi corporei, letture animate…
  • video, canzoni, storie sonore…
  • visita ad una mostra, visita guidata in un luogo legato al tema.

Seconda fase: Esplorazione del tema

Tempi: 4-5 incontri/giornate (a seconda della disponibilità di tempo)

Programmiamo una serie di incontri a taglio laboratoriale, ovvero attività che:

  • mettano al centro la persona, la sperimentazione attraverso il corpo e la dimensione di gruppo (piccolo e grande gruppo);
  • siano caratterizzate dall’utilizzo di una pluralità di linguaggi (corporeo, multimediale,…) e tecniche (grafico-pittoriche, teatrali,…) per lo sviluppo del tema e delle sue sfaccettature.

Ecco alcuni esempi: brainstorming iniziale intorno ad una o più parole; lettura teatrale o drammatizzazione di una storia sul tema; giochi cooperativi; visione di spezzoni di film; costruzione di un manufatto (ad esempio un collage che raccolga i pensieri del gruppo su uno specifico argomento); rielaborazione di fotografie scattate durante il laboratorio…

Terza fase: Elaborazione di un prodotto

Tempi: 3-4 incontri/giornate (a seconda della disponibilità di tempo)

Il tipo di prodotto da realizzare dipende dal bando scelto (può essere in forma letteraria, artistica o multimediale, una narrazione multimediale, una presentazione in digital-tales…), ma possiamo pensare ad alcuni percorsi tematici comuni, che espongo in massima sintesi qui di seguito.

Percorsi tematici – Figure significative

Si potrebbe lavorare intorno alle storie di vita di Vandana Shiva, Rigoberta Menchú Tum e Wangari Maathai. tre donne che, in differenti continenti, si sono battute in maniera pacifica per la salvaguardia della propria terra e del proprio popolo, ottenendo risultati concreti e riconosciuti dal pubblico e dai governi internazionali.

Per il triennio

  • Agricoltura e rispetto del territorio (ad esempio attraverso un gioco che spieghi la differenza tra monocultura e policoltura, utilizzo di OGM e rispetto delle sementi locali); gli alberi (simbolo della vita, rispetto e difesa, lotta al disboscamento);
  • prodotti e commercio equo e solidale (con particolare riferimento alle zone geografiche delle tre figure presentate);
  • la giustizia (attraverso piccoli racconti di ingiustizie e di pratiche di lotta non violente).

Per il biennio

  • Globalizzazione (giochi e attività sul funzionamento del mercato globale e delle sue conseguenze, lo sfruttamento del lavoro minorile, le responsabilità del Nord del mondo in riferimento ai problemi di sviluppo del Sud del mondo);
  • la teoria di Gaia (una teoria che rilegge l’ecosistema Terra come un essere vivente per cogliere i legami e le connessioni tra i vari sottosistemi che lo compongono);
  • la conquista dell’America in chiave multiculturale (ovvero svelando tutti quegli aspetti di vita che a volte i testi di storia omettono: sfruttamento delle risorse locali, schiavitù, annientamento dei culti locali, migrazione di merci e malattie,…);
  • giustizia, pace e democrazia (analisi delle tre parole in riferimento alla vita delle figure femminili proposte).

Libri e siti utili

Percorsi tematici – Commercio equo e solidale

Presentiamo questa particolare forma di commercio, guardandola da tre diverse prospettive.

Per il triennio

  • Attraverso i suoi prodotti (nello specifico quelli alimentari), approfondendo tipologie, provenienze, modalità di produzione e commercio, principi teorici che stanno alla base, etc…

Per il biennio

  • Attraverso i diversi modi di fare e pensare il commercio equo solidale, ad esempio prendendo in considerazione diverse aziende e cooperative che se ne occupano in Italia e all’estero, alla ricerca di analogie e differenze, risorse e limiti (diffusione sul mercato convenzionale, attenzione e sostegno a progetti sociali,…);
  • attraverso la storia di un cibo, ad esempio ripercorrendo tutte le tappe, dalla semina alla raccolta delle materie prime, la trasformazione, il confezionamento, l’esportazione, la rivendita e l’acquisto del “consum-attore”, ultimo tassello della lunga filiera.

Libri e siti utili

Percorsi tematici – Slow food, km0 e filiera corta

A partire dalla storia del movimento di Slow food, analizziamo le risorse del territorio di appartenenza della scuola e le nostre abitudini alimentari.

Per il triennio

“Noi siamo ciò che mangiamo”: i cibi (in particolare, compariamo modi di nutrirsi differenti a seconda delle appartenenze culturali) e il valore, anche simbolico, che hanno nella nostra vita (ricordi di sapori e gusti, la tavola come luogo di scambio, cibi e affetti,…).

Per il biennio

Esploriamo il nostro territorio attraverso interviste e uscite, per comprendere come viene valorizzato dai suoi abitanti e politici, attraverso quali iniziative vengono promossi i valori locali (agroalimentari, culinari,…), da dove si riforniscono i rivenditori (sistemi di agricoltura biologica, produttori locali, estero,…).

Libri e siti utili

Cristina Zanetti: 9 Settembre 2014
da giuntiscuola.it

EDUCAZIONE CREATIVA? PARTIAMO DAL CIBO. Intervista a Carlo Petrini

“Il cibo è lo strumento ideale per sperimentare e promuovere un’educazione creativa”. Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, ci dà qualche suggerimento su come portare a scuola il progetto scuola Expo 2015.

Carlo Petrini

“Nutrire il pianeta” è il tema di EXPO 2015. Il Miur ha pensato di coinvolgere anche le scuole, proponendo un kit e alcuni argomenti sui quali gli insegnanti possono lavorare. Pensa sia importante sensibilizzare i più giovani sul problema del cibo e solidale? Perché?

È evidente che coinvolgere i giovani sui temi del cibo sia fondamentale, se siamo tutti d’accordo rispetto al fatto che il cibo sia “Energia per la vita”.
La mia speranza è che la presenza di Expo possa essere davvero uno stimolo ad approfondire tutta una serie di tematiche che gravitano attorno al nostro cibo, e che di fatto sono il nostro cibo, ma che molto difficilmente vengono affrontate.
I prodotti solidali possono esserne un esempio, ma certo non l’unico: quello che è importante è far sapere ai giovani (e non solo) che il loro cibo non nasce e muore nelle loro cucine e nei loro piatti: è stato prodotto in campagna, è stato distribuito su vari mezzi di trasporto, venduto attraverso diversi canali, è stato cucinato, è stato mangiato ed è diventato parte di noi.
Quello che si potrebbe davvero portare all’attenzione dei giovani è che il cibo è agronomia, benessere animale, ecologia, logistica, economia, comunicazione. È antropologia, ma anche chimica, biologia, storia dell’alimentazione, filosofia e geopolitica.
Penso che questa prospettiva aiuterebbe i giovani a capire quanto impattanti possono essere le scelte alimentari di ognuno di noi, e conseguentemente come sia necessario scegliere in modo consapevole ed informato.

Tra i cinque temi suggeritiquale le sembra il più interessante?

Tutti e cinque i temi sono molto interessanti ed abbastanza ampi da permettere un approccio multidisciplinare alle diverse tematiche relative al cibo, e sono convinto che siano interessanti proprio in quanto complementari tra loro: non si potrà parlare di sostenibilità senza affrontare il paradosso moderno dello spreco o senza includere prospettive sul futuro del cibo, e non si potrà discutere di come il gusto sia conoscenza senza aver capito che la storia dell’uomo e la storia del suo cibo sono profondamente intrecciate.
Sarà sicuramente una bella sfida per i docenti e per gli studenti, ma spero che questi titoli, un po’ come scatole vuote, vengano riempiti dalle riflessioni di tutti favorendo la presa di coscienza circa diverse problematiche mondiali da parte delle future generazioni.

La formazione di una corretta cultura del cibo è un tema che va oltre la scuola e dovrebbe coinvolgere tutta la società. Che cosa possiamo fare ogni giorno come singoli in questa direzione?

Sono d’accordo circa il fatto che la società civile potrebbe rivelarsi più impegnata sui temi del cibo, ma sono convinto che la scuola sia un ottimo punto di partenza: sono spesso i giovani, infatti, a farsi veicolo di nuove idee, attenzioni e pratiche all’interno delle famiglie.
Come singoli, al momento è importante informarsi: avvicinarsi ad associazioni che promuovono la cultura del cibo, essere più consapevoli dell’impatto del comparto agroalimentare sulle diverse economie, visitare qualche produttore, o magari anche solo non dimenticarsi le campagne che circondano le nostre città.
La consapevolezza dell’impatto del cibo sull’ambiente, sulla salute e sulla geopolitica si rispecchieranno inevitabilmente sulla futura società civile come conseguenza di questa attenzione, ma c’è ancora molto da lavorare.

Qual è l’impegno di Slow Food per le scuole e più in generale in ambito educativo?

Il cibo è lo strumento ideale per sperimentare e promuovere un’educazione creativa, che rifletta la complessità e che dia valore a principi come l’interdipendenza, l’equilibrio dell’uomo con la natura e il rispetto dei beni comuni.
Noi parliamo di cibo, educhiamo al cibo adulti e bambini, con i nostri corsi per soci, appassionati e professionisti, con le nostre attività didattiche negli eventi piccoli e grandi, con i nostri libri e materiali didattici. Alle scuole proponiamo ilprogetto degli orti scolastici, grazie al quale da un lato il cibo diventa l’occasione per parlare di geografia, storia, biologia, arte, matematica, dall’altro l’alimentazione diventa una materia di studio completa e complessa, in cui la salute del pianeta è strettamente legata a quella dell’individuo.
Sono sempre più convinto che occorra lavorare per un nuovo modo di fare educazione, che sia orientato all’imparare e non all’insegnare, poiché l’educazione è un percorso di crescita collettiva che si attua attraverso il confronto e lo scambio, la condivisione di regole e il loro rispetto, la negoziazione e la dialettica, senza dimenticare il piacere. D’altronde il primo principio del nostro Manifesto per l’Educazione recita: “L’Educazione in Slow Food è un piacere, un’occasione ludica e conviviale in cui sentirsi bene e vivere la leggerezza”.
La nostra associazione promuove orti da anni, da quando Alice Waters, vice presidente di Slow Food, ha sperimentato in California l’efficacia di utilizzarli come palestra sensoriale per i bambini, come strumento per avvicinarli al mondo della produzione agricola, al concetto di alimentazione equilibrata e all’appassionante mondo della cucina.
Da quella intuizione geniale, gli orti si sono diffusi nell’associazione, prendendo ciascuno le forme più adatte al contesto culturale e alle necessità del luogo. In Italia abbiamo il progetto Orto in Condotta, che conta oggi 487 scuole e riavvicina i bambini all’orticoltura, all’esperienza diretta, all’uso dei sensi, al lavoro di gruppo, alla responsabilità individuale e collettiva, al dialogo con culture diverse. A favorire quest’ultimo aspetto c’è la possibilità per le scuole italiane e straniere della nostra rete di gemellarsi. Questo ponte tra culture sta funzionando in modo particolare tra gli orti scolastici africani e gli Orti in Condotta italiani; a distanza, gli studenti si confrontano sull’orto e il cibo, due temi che li appassionano e sui quali stanno maturando esperienze importanti.

Lei ha ideato il Salone del Gusto e Terra Madre: ci racconta cosa succederà nella prossima edizione?

Il 2014 sarà senza dubbio un momento speciale: la decima edizione del Salone del Gusto, dieci anni di Terra Madre. I temi principali saranno l’Agricoltura Famigliare e l’Arca del Gusto. Il 2014 è stato designato dalla Fao come l’anno internazionale dell’Agricoltura Famigliare, e questo per noi è un risultato particolarmente significativo, che corona il lavoro ormai ventennale che Slow Food ha fatto e fa su questi temi.
L’Arca del Gusto è un progetto importantissimo per noi, che portiamo avanti dal 1996 nel tentativo di individuare in tutto il mondo piccole produzioni, razze animali, specie vegetali in via di estinzione, dando loro visibilità e facendoli conoscere al grande pubblico. Al Salone e Terra Madre realizzeremo un grande spazio espositivo dedicato all’Arca, dove tutti potranno portare quello che ritengono essere un prodotto da salvare. Soci, visitatori, produttori, gente comune, avranno la possibilità di aiutarci concretamente a far crescere il progetto.
Oltre a questo, tornano a Torino le migliaia di piccoli produttori della rete di Terra Madre con i loro prodotti e i loro saperi, i territori italiani che si promuovono e con i loro artigiani e le produzioni locali che da dieci edizioni colorano il Salone del Gusto. Da non dimenticare il ricchissimo programma di attività didattiche, realizzate mettendo insieme l’esperienza accumulata in questi anni con attività come i Laboratori del Gusto e i Master of Food, oltre alle novità che arricchiscono l’offerta formativa grazie alla collaborazione dell’Università di Scienze Gastronomiche e della Scuola di Cucina

da giuntiscuola.it

Noi e il cibo: progetto per la scuola

Il progetto

Nel 2009 il Miur ha dato l’avvio al Programma “Scuola e Cibo”, con l’obiettivo di definire – in vista dell’EXPO Universale 2015 di Milano, che ha come tema “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita” – un modello consolidato di educazione alimentare secondo un approccio aperto e olistico. Si tratta di un tema complesso e ampio da affrontare con molta attenzione. Esplorare le molteplici dimensioni del cibo e gli ambiti che a esso sono legati (sensorialità, sostenibilità, territorialità, memoria, identità, globalizzazione, etica, senza ovviamente dimenticare sicurezza e salute): è questa l’idea di fondo che anima Noi e il cibo, il progetto promosso da un gruppo di editori – Giunti Scuola, Slow Food Editore ed Editoriale Scienza – con la consulenza scientifica dell’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche, di Slow Food Italia e con il sostegno del Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite (WFP).
La convinzione che sostiene il progetto Noi e il cibo è che le potenzialità didattiche dell’educazione alimentare vanno ben oltre una prospettiva concentrata sui soli princìpi della nutrizione o la semplice promozione di comportamenti “corretti”. è invece l’alleanza fra scuola, famiglia e territorio che può nutrire il senso di appartenenza a una comunità in cui ognuno può sentirsi personalmente coinvolto e assumere un ruolo attivo e responsabile nei confronti di se stesso e del mondo.

La struttura del progetto

Il libro per l’alunno

Il libro propone letture, attività, esperienze cognitive, sensoriali e ludiche, per esplorare l’universo “cibo” e stimola i ragazzi a relazionarsi con la complessità del semplice atto con il quale ci alimentiamo. è articolato in quattro Unità, secondo una progressione che parte dalla realtà individuale (1. Io e il cibo), dalla coscienza del cibo non soltanto come bisogno primario e fonte di energia, ma come esperienza sensoriale, conviviale e sociale, per allargare progressivamente l’orizzonte fino a confrontarsi con temi che riguardano invece la realtà più lontana: il cibo negli altri paesi, il rapporto fra alimentazione, ambiente, natura e tecnologia, i problemi globali della denutrizione e della malnutrizione (4. ll cibo).

Il poster

Al libro è allegato un poster (il Diario Alimentare e la Stagionalità) che ha come obiettivo quello di stimolare semplici attività da svolgere quotidianamente a casa che arricchiscano il confronto e possano costituire un valido ritorno per lo sviluppo delle attività didattiche in classe.

La Guida per il docente

Complemento indispensabile per condurre attività in classe e supporto per la realizzazione di progetti interdisciplinari, la Guida parte dalle esperienze che stimolano la sfera emotiva, favorendo le esperienze dirette e proponendole anche alla famiglia: conversare sul cibo, fare la spesa insieme, imparare a leggere le etichette, crescere nel rispetto delle altre culture, sono solo alcuni di essi.
Oltre a numerosissimi spunti e approfondimenti che – attraverso giochi di simulazione, giochi di squadra e attività – favoriscono le discussioni collettive, anche attraverso tecniche di brainstorming, nella Guida trovano spazio quattro laboratori (L’orto, Il cibo e le stagioni, La denutrizione, La malnutrizione) che costituiscono altrettante occasioni per la realizzazione di percorsi in classe.

Il libro per la biblioteca di classe

Vichi De Marchi, Emergenza cibo, Editoriale scienza, 2010

Carlos, Rachel e Joe, sono protagonisti del Food Force Team, la squadra del WFP, sempre in azione per soccorrere le popolazioni affamate nei Paesi più poveri del Pianeta. Questa volta, oltre al cibo, portano al villaggio una formula speciale per produrre un alimento che potrebbe salvare molte vite e soprattutto molti bambini. Ma incontrano nuove e impreviste difficoltà…
Un libro appassionante da leggere insieme per parlare con i ragazzi dei problemi della fame nel mondo e dei rapporti tra Paesi ricchi e Paesi poveri. Ecco un assaggio.

[…] La squadra di Food Force stava per lasciare il villaggio. L’essenziale era stato fatto. Adesso toccava a loro. Ma gli abitanti del posto resistevano.
– E l’economia? Non abbiamo nulla. Se la situazione peggiora non sapremo che cosa mangiare.
Rachel sussurrò qualcosa all’orecchio di Carlos che annuì soddisfatto.
– Rachel ha avuto un’ottima idea, ma ancora non possiamo promettere nulla. C’è un progetto interessante a cui sta lavorando un altro componente della nostra squadra Food Force… – È un nutrizionista, si chiama Joe Zaki – aggiunse Rachel orgogliosa.
– Se questo progetto andrà in porto, allora torneremo e sono sicuro che insieme risolveremo un sacco di problemi – concluse Carlos.
– Di cosa si tratta? – chiese ansioso il capo villaggio. Tutti guardavano Carlos, che spiegò brevemente la sua idea.
– Ma ancora i tempi non sono maturi. Per ora non possiamo assicurarvi nulla, dovrete aspettare qualche settimana.
(pp.14-15)

Il coordinamento scientifico del progetto

Noi e il cibo è un progetto che si avvale del coordinamento scientifico dell’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche, di Slow Food Italia e del sostegno del Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite (WFP).

 

L’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche, nata nel 2004 su iniziativa dell’associazione internazionale Slow Food e delle regioni Piemonte ed Emilia Romagna, è un’università privata legalmente riconosciuta e ha sede a Pollenzo (Cn). Qui studiano più di 400 studenti provenienti da oltre 40 Paesi. Con i suoi due corsi di laurea e due master, forma una nuova figura professionale, il gastronomo, capace di operare nella produzione, distribuzione, promozione e comunicazione dell’agroalimentare di qualità.
Il Programma Alimentare Mondiale (World Food Programme – WFP) è la più grande agenzia delle Nazioni Unite. Si occupa di assistenza alimentare intervenendo, ogni anno, in decine di Paesi e assistendo una media di 90 milioni di persone. Molte le emergenze, anche climatiche, a cui ha dovuto far fronte di recente, da Haiti al Corno d’Africa. Tra i suoi programmi vi è anche quello per l’alimentazione scolastica per garantire un pasto a scuola a oltre 22 milioni di bambini del Sud del mondo.
Slow Food Italia è un’associazione no profit che ha dato vita a un movimento internazionale che in tutti i continenti promuove un cibo buono e di qualità prodotto rispettando l’ambiente, tutelando la biodiversità e riconoscendo la giusta remunerazione ai produttori. Da oltre vent’anni, Slow Food si occupa di educazione alimentare e del gusto per allenare i sensi a riscoprire il piacere dei sapori e per nutrire la mente con il sapere del cibo.

 

da giuntiscuola.it