Quando venne lanciato Ipad di Apple si disse che avrebbe rivoluzionato l’editoria, grazie anche allo store di libri digitali (cfr https://lavagna.wordpress.com/tag/ipad/ )
Si scopre poi che Ipad viene per lo più usato per giocare:
A tal proposito vi segnalo un bell’articolo che analizza il parziale fallimento di Ipad (e quindi forse dei tablet) come lettori di libri.
Prendiamo spunto da un interessante post scritto da David Winograd su TUAW a proposito della situazione di iBookstore e iBooks. A distanza di sei mesi dalla presentazione di iPad e della sua libreria digitale (estesa successivamente anche ad iPhone) è giunto il momento di tirare le somme.
Quella che doveva essere la risposta di Apple ad Amazon e al suo Kindle si è rivelato essere più o meno un esperimento fallimentare. A giustificare questa tesi basta considerare un po’ di numeri; il Kindle store vanta ben 700.000 titoli tra libri, riviste e blog da scaricare. Per quanto riguarda lo store digitale dell’azienda di Cupertino non sono stati rilasciati dei dati ufficiali ma basta togliere dal conto il materiale in pdf per giungere ad una semplice conclusione.
Inizialmente, iBookstore conteneva circa 30.000 titoli appartenenti al progetto Gutenberg, disponibili anche per Kindle. Una delle possibili ragioni dell’insuccesso di iBookstore potrebbe essere correlata alla mancanza di un accordo con Random House, importante casa editrice d’oltreoceano, che non ha voluto accettare le condizioni di Apple soprattutto per quanto riguarda il modello di pricing.
Per il CEO di Radom House, MarkusDohle, la mancanza di un accordo con Apple non rappresenta affatto un problema, anzi; le vendite di ebook vanno a gonfie vele e, probabilmente, è l’azienda di Cupertino che ne sta facendo le spese. L’idea di avere uno store per libri come iTunes per la musica è sicuramente molto invitante ma, probabilmente, Apple dovrebbe iniziare a guardarsi bene intorno.
Uno dei principali motivi per cui è stato creato iPad è legato proprio al mondo dell’editoria e, allo stato attuale, le fonti di lettura scarseggiano (se non consideriamo coloro che hanno realizzato delle app ad-hoc per la diffusione di contenuti digitali) o addirittura, per Paesi come il nostro, sono del tutto assenti.
È questo il motivo per cui, almeno per una volta, Steve Jobs e soci dovrebbero accettare le condizioni che vengono dettate dal mercato e non viceversa. (www.theapplelounge.com)
E voi che ne dite?
lim.tutor@gmail.com
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